Il Contemporaneo necessario
Il Contemporaneo necessario
un gruppo per il contemporaneo
di Paolo Ansideri – 07/06/18
Premessa e contesto
Nel corso degli ultimi 12 anni il comprensorio di Assisi è stato teatro di svariate iniziative che avevano nell’architettura il proprio centro di riferimento.
Sono stati organizzati conferenze ed incontri con alcuni dei più grandi architetti contemporanei, da Santiago Calatrava a Masimiliano Fuksas, da Rem Koolhaas a Mario Botta fino a Stefano Boeri, Kazuyo Sejima, Paolo Portoghesi, Superstudio, Mario Cucinella ed altri. Da due anni ormai l’Accademia di Belle Arti di Perugia, con la direzione di Paolo Belardi, gestisce all’interno di Expo Casa, Umbriafiere di Bastia Umbra, il padiglione “Piazza Tecla” dedicato ad incontri sull’abitare contemporaneo, coinvolgendo nell’allestimento dei portali d’ingresso, note firme del panorama architettonico nazionale: Pietro Carlo Pellegrini, Luca Molinari.
Si alternano e si sono alternati di volta in volta, nelle attività ed a vario titolo fin dal 2006, vari enti, associazioni ed operatori: l’associazione Oicos riflessioni con varie edizioni di Oicos festival, Festarch con la direzione di Stefano Boeri, il Sacro Convento di Assisi con il Cortile di Francesco, il Comune di Assisi con Universo Assisi, la società di Confcommercio Epta, con la già ricordata Expo Casa.
L’Università di Perugia, corsi di laurea in Ingegneria Edile Architettura e Design, è stata presente nell’ideazione del format di molte di queste, oltre ad aver attivato presso la sede di Palazzo Bernabei ad Assisi, il Master di secondo Livello sulle Smart Cities
La Società Culturale Arnaldo Fortini, ha varato dal novembre 2017, incontri pubblici per la presentazione di tesi di laurea di studenti del territorio, molte delle quali su architetture locali, storiche o moderne, e sulla loro rivisitazione in chiave progettuale.
Le opere
Il comprensorio assisano, in cui la dominante storica di matrice medievale occupa la totalità dell’immagine pubblica, cela in realtà al suo interno, opere significative di architettura moderna e contemporanea: dal razionalismo del primo novecento (complesso industriale Giontella, Bastia Umbra), ad opere di Renzo Piano e Giancarlo Leoncilli Massi (stesso sito Giontella), da Riccardo Morandi e Pierluigi Nervi. Vanno assolutamente citati infine, studi di progettazione del territorio i cui lavori nel settore commerciale e industriale, oltre che in quello alberghiero, museale e dell’edilizia privata, vengono menzionati nelle più importanti riviste di settore (Casabella, Abitare, Domus) e da quotidiani nazionali e internazionali.
I programmi del Mibact per il 2018
È molto pertinente a tal riguardo quanto riporto direttamente dalle pagine del dicembre scorso del sito della Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Mibact, DGAAP, Bando Atlante:
“La Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, in occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio 2018 ha avviato una procedura ad evidenza pubblica per il finanziamento di un progetto culturale … relativo al Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento. ..
Il bando prevede inoltre l’integrazione dei contenuti con 100 brevi reportages di architetture contemporanee rappresentativi di tutto il territorio nazionale ..
… La proposta ….potrà riguardare …
Percorsi
• Itinerari di architettura moderna e contemporanea
• Itinerari tematici (che tengano conto dei luoghi, degli autori, dell’uso, delle comunità)
• Percorsi illustrati
Partecipazione
• Storytelling multimediale
• Costruzione di conoscenza condivisa (itinerari nei quartieri, mostre interattive etc.)
• Approfondimenti sullo spazio pubblico…”
Al progetto collabora per l’Umbria il gruppo di lavoro dell’Università di Perugia, guidato dal prof. Paolo Belardi, cui è stato assegnato il compito di catalogare 100-150 tra i siti più importanti del vasto panorama regionale.
La Biennale Architettura 2018 di Venezia
Una digressione oltre i confini regionali, può essere di aiuto per il ragionamento che cerco qui di svolgere. È stata inaugurata il 26 maggio scorso a Venezia, la 16° Biennale Architettura, che ha quest’anno come curatrici le irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNnamara ed il cui tema è Freespace.
Nel manifesto di presentazione del concept, le direttrici affermano tra l’altro che: ” … FREESPACE può essere uno spazio di opportunità, uno spazio democratico, non programmato e libero per utilizzi non ancora definiti. Tra le persone e gli edifici avviene uno scambio, anche se non intenzionale o non progettato, pertanto anche molto tempo dopo l’uscita di scena dell’architetto gli edifici stessi trovano nuove modalità di condivisione, coinvolgendo le persone nel corso del tempo. … FREESPACE abbraccia la libertà di immaginare lo spazio libero di tempo e memoria, collegando passato, presente e futuro, costruendo sulle stratificazioni della nostra eredità culturale, legando l’arcaico e il contemporaneo.”
http://www.labiennale.org/it/architettura/2018/intervento-di-yvonne-farrell-e-shelley-mcnamara
Paolo Baratta, presidente della Biennale, nel suo intervento di presentazione, parlando della storia della Biennale Architettura e della sua evoluzione afferma: “ … . Dal 2014 la mostra dura circa sei mesi. Obiettivo implicito in questa scelta: rivolgersi al pubblico, coinvolgerlo nella più politica delle arti. Mostrare come “può essere fatto diversamente” rappresenta di per sé un gesto contro assuefazione e conformismo.
http://www.labiennale.org/it/architettura/2018/intervento-di-paolo-baratta
Il Contemporaneo necessario
Credo siano molto illuminanti le parole di curatrici e presidente della Biennale per riflettere su quale sia il compito di noi abitatori del nostro spazio urbano, di noi, viventi nel nostro contesto storico-geografico, di noi portatori del nostro tempo.
Lo spazio urbano e sociale è una delle componenti della formazione della nostra coscienza e cultura e questo spazio, che con forza e potenza ci avvolge e domina, è uno spazio formativo per la sua funzione di presenza e rappresentazione di modelli e simboli, creatore e formatore di linguaggio non solo visivo: è il nostro Habitat.
L’architettura nella sua occupazione volumetrica dello spazio visivo, in quanto diventa orizzonte e forma
per il nostro sguardo, intesse immediatamente con il pensiero, un dialogo continuo che nella sua mutazione può interrogarci per le differenze che ci manifesta o rassicurarci ed assopirci nella continuità dell’unità formale.
Continuità ed univocità formale hanno come conseguenza l’omologazione dell’ambiente culturale, e la tendenza all’espulsione dal proprio contesto di ciò che ne è estraneo, differente.
L’habitat, da luogo abitato diventa così abitudine, consuetudine e negazione dei segni che ne rompono la simmetria. Finisce quindi che non ci accorgiamo più del valore del diverso, quando addirittura non lo percepiamo con avversione. Il contesto culturale pubblico, locale, dal canto suo non favorisce l’emersione di queste valenze se sulla scena pubblica si susseguono continuamente momenti collettivi, secondo un rituale consolidato che alterna i ritmi delle ricorrenze alle celebrazioni di icone che arrivano al massimo al barocco.
Il recente passato ed il presente non sono degni di tale attenzione e lentamente si è sommersi dall’immateriale e condiviso orizzonte mentale che fa selezione del post-barocco come spazio di non valore, nella collettiva opera di rimozione e selezione preventiva di modelli valoriali di riferimento.
Per essere invece, una volta fuori dall’habitat, disponibili a meravigliarsi davanti alla Défense di Parigi piuttosto che al Guggenheim di Bilbao, ma scarsamente propensi a scoprirne i segni qui, ora, da noi, a casa nostra. Perché il velo cela e non riconosce dignità all’extra-medievale.
È necessario invece che si svolga il compito che il tempo ci assegna nel tratto storico in cui siamo, trascrivendone anche nelle opere e manufatti quell’ irriducibile differenza di cui, né il passato, né il futuro possono dare conto. E’ necessario lasciare segni della nostra contemporaneità, come segni della cultura di noi oggi, ma con la stessa angolazione visiva dobbiamo finalmente riconoscere a progetti ed opere realizzate nel più o meno recente passato, o nel presente, quella sorta di “segno a noi necessario” della storia che attribuiamo a Giotto, ma che dobbiamo anche tributare a Ludwig Mies van der Rohe, come a Pietro Porcinai e Giovanni Astengo.
Sperando che in tutto questo riesca lentamente a farsi avanti, ad emergere, il senso profondo della parola Progetto: il carico di interrogazione e tensione conoscitiva, il guadagno di posizioni ulteriori, che inglobando le precedenti, illuminano con un’altra visione il medesimo mondo, rivelandone un’inaspettata e nuova dimensione
Un gruppo per il Contemporaneo
È in questa lunga sequenza e concomitanza di fatti, considerazioni, sensibilità condivise e nella convergenza di interessi culturali, che è stata avvertita da vari soggetti, la necessità di provare a dare pubblica visibilità e richiamare pubblica attenzione su un ambito che lo stesso Mibact invita a prendere seriamente in considerazione, non da ultimo anche per la sua valenza turistica.
I soggetti interessati a svolgere iniziative in questo senso sono: l’associazione Oicos riflessioni, la Società Culturale Arnaldo Fortini, un gruppo di giovani neolaureati in discipline dell’architettura e dell’ingegneria, professionisti del territorio, con il supporto del prof. Paolo Belardi, Presidente del Corso di Laurea in Design, del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università di Perugia, dell’ing. Alberto Capitanucci, assessore del Comune di Assisi con delega alle Politiche Urbanistiche, Forma e Rigenerazione Sostenibile della Città e Lavori pubblici e l’architetto Bruno Broccolo, dirigente settore gestione del territorio e infrastrutture del Comune di Assisi.
Con la cautela dovuta nella dichiarazione pubblica di intenti, stante i limiti insiti nelle iniziative di volontariato, mi permetto per lo meno di esporre quali sono le attività che si auspica di iniziare a pianificare:
• Censimento dei siti di architettura moderna e contemporanea, del comprensorio assisano recependo la filosofia del sopra esposto bando Atlante del Mibact
• Individuazione di luoghi/non luoghi, spazi vuoti o spazi già utilizzati per una loro riproposizione in quanto a nuovo uso e nuova forma
• Presentazione di tesi di laurea e progetti frutto di concorso di idee o altro su opere del comprensorio
• Incontri pubblici per portare a conoscenza della pubblica opinione quanto sopra elencato oltre che conferenze con progettisti, storici e critici
• Divulgazione di notizie, su eventi di architettura, sia a livello locale che regionale, oltre che quelli più importanti a livello nazionale (a questo proposito sono già stati da tempo aperti oltre che al sito Oicos, anche i gruppi e pagina nazionali su Fb Architettura Italia, oltre 6.000 iscritti e recentemente Architettura Umbria con quasi 300 iscritti)
• Produzione di articoli su opere, personaggi e progetti di interesse del gruppo di lavoro
• Tour organizzati per la visita delle opere del territorio e di eventi nazionali
Universo Assisi 2018: Architettura e Design
Rientra quindi perfettamente nelle attività esposte, quanto organizzato dal Comune di Assisi all’interno di Universo Assisi 2018:
• Il sito ex Montedison
di Santa Maria degli Angeli, in cui si svolgeranno parte delle attività della manifestazione, più specificatamente in una parte di uno dei due parabolidi, riveste sicuramente una primaria importanza all’interno di quella ricognizione del patrimonio architettonico locale su cui lo stesso Mibact invita a porre attenzione. Oggetto già nel passato di studi e pubblicazioni, sarà ulteriormente esplorato, dal gruppo di giovani studiosi, in quanto a storia, struttura, materiali e linee progettuali, per essere poi ri-guardato nel suo complesso per quanto negli anni recenti vi è stato accolto, fino a diventare una moltitudine di spazi e funzioni diverse, di cui si è forse perso da un lato la valenza unitaria di sito e dall’altro la singola valenza delle parti “smembrate”. Esse stesse degne di attenzione, quanto alla struttura architettonica oltre che alle nuove funzioni ed alle soluzioni tecniche adottate per assolvere a quelle funzioni, seppure con punti critici. Teatro Lyrick, piscina e impianti ricreativi, Centro Nazionale della Federazione di Pugilato e Museo della Boxe, Palaeventi, significativi spazi ancora vuoti
• Bjarke Ingels, Patricia Urquiola, Antonio Ottomanelli, Luca Trevisani
Sono di tutto rilievo gli ospiti della sezione architettura, arte e design, la cui opera, storia e filosofia progettuale, sarà oggetto di lettura critica in articoli dedicati. Va brevemente ricordato che il primo è presente alla Biennale Architettura di Venezia con il progetto “Big U: Humanhattan 2050”, in rispondenza al concept Freespace proposto dalle curatrici. Ingels dice del suo progetto: “.. Nutriamo la speranza che questo progetto pensato per New York sia d’ispirazione per i molti luoghi del mondo che devono affrontare problematiche analoghe, tanto nell’immediato quanto nel futuro prossimo, e che tutti possiamo trarre vantaggio dalla condivisione delle loro esperienze. ..”
Siamo anche noi uno di quei luoghi del mondo con analoghe problematiche?