Guida alle opere d’arte all’aperto del comprensorio di Assisi
Guida alle opere d’arte all’aperto del comprensorio di Assisi
La presenza dell’arte contemporanea nel comprensorio di Assisi
Indice generale, fondo pagina
di Enrico Sciamanna 11/08/18
Assisi oltre-medioevo
È stata ammirevole l’insistenza con cui gli artisti contemporanei hanno continuato, saltuariamente, episodicamente, a proporre i loro lavori, collocandoli in un territorio “inospitale”. Hanno fatto il loro dovere di artisti: hanno lasciato tracce, a malapena accettate dalla popolazione. D’altronde esiste, seppure in alcuni involontario, un pregiudizio che nasce da una stratificazione nella propria estetica dell’arte medievale, tutt’al più classica. Una sorta di guida che viene assunta dalla nascita, benefica per molti aspetti, costituente un privilegio anche rispetto ad altre cittadinanze, ma che si impianta come una sorta di patina di impermeabilizzazione che non lascia transitare il messaggio estetico dell’oggi. Ciononostante anche intorno a noi sono disseminati lavori realizzati che ci interrogano sul presente, che osservano una disciplina che può risultare ostica, ma che è obbligatorio prendere in considerazione.
In realtà il dovere riguarda soltanto coloro che considerano la cultura come una forma di partecipazione alla vita della società e che sanno che devono impegnarsi per comprendere, per esprimersi. A costoro è, ovviamente, riservato il diritto di abbandonarsi al proprio gusto e scegliere, ma a nessuno è consentito il rifiuto. L’arte di oggi è una sfida improba, perché alla concettualizzazione associa l’entusiasmante dramma della complessità e le due categorie appaiono interconnesse: è attraverso la concettualità che si affronta la complessità ed è la concettualità il miglior sistema di indagine e rappresentazione di un mondo complesso. Tutto questo richiede un salto di qualità, un cambio di direzione, ma non si può vivere il presente senza fare i conti con ciò che esso ci propone. Come mi pare di aver detto, ognuno è autorizzato a selezionare in cuor suo, ma sempre in seguito ad un’azione etica che giudica secondo una griglia di valutazione da cui è accantonato il gusto personale.
È pur vero che questa consapevolezza è ormai transitata abbondantemente, così come è altrettanto vero che continua ad incontrare resistenze, che non dipendono, molto spesso, da superficialità o impreparazione. Tutti dobbiamo trovare una conciliazione con le opere del presente, iniziando intanto con il riconoscerle, quindi attribuendo loro la dignità che gli spetta, superando i condizionamenti che le nostre categorie estetiche ci impongono.
Cominciando ad accostarci con le opere contemporanee presenti sul territorio, guardandole nell’insieme e singolarmente, cogliendo le profonde differenze che le distinguono da quelle rassicuranti e consegnate alla storia. Tramite un’interrogazione reciproca, accogliendole nel cosmo del nostro immaginario.
Il contesto umbro
A Spoleto 1962 le case, le terrazze, le piazze, gli archi medievali, i vicoli e le pendici della Rocca Albornoziana di Spoleto furono esaltate dalla installazione di ben 104 sculture realizzate da 53 tra i più noti artisti del XX secolo e sono tuttora presenti nel territorio della città Alexander Calder – Teodelapio, Lynn Chadwick – Stranger III, Pietro Consagra – Colloquio Spoletino, Nino Franchina – Spoleto 1962,
Beverly Pepper – Il dono di Icaro, Arnaldo Pomodoro – Colonna del Viaggiatore. Poco più tardi a Terni si iniziò una sorta di piercing cittadino che al momento consta di 45 sculture tra cui la Lancia di luce di Pomodoro (è visibile anche da Assisi l’architettura/scultura Carapace) e Le Libertà di Giulio Turcato, a Piediluco recentemente restaurata. Anche a Brufa le istallazioni d’arte costellano il borgo, grazie ad un’iniziativa risalente a più decenni del comune di Torgiano. A Gubbio nel Parco Ranghiasci si è raccolta una collezione che proviene dalle biennali di scultura ultra sessantennali. A Tuoro sul Trasimeno il Campo del sole, circolo in arenaria illustra quel tratto di prato prospiciente l’approdo. Perugia ha viso recentemente un’integrazione delle presenze di sculture sul territorio, ma nell’insieme non propone un’offerta complessiva di rilievo, come d’altronde Foligno di cui si può apprezzare l’opportuna insistenza su Ivan Theimer e la Calamita Cosmica di Gino De Dominicis all’interno dell’Annunziata.
Nella presente sezione si cercherà di fare una rassegna, il più possibile completa delle opere contemporanee presenti in Assisi e dintorni e disponibili a tutti. Quelle all’aperto, la cui visione è liberamente consentita, di scultura per lo più. Ma d’altronde sarebbe un’operazione improba proporre tutte le opere, anche quelle all’interno di gallerie o collezioni private. Di queste, le più significative, si farà cenno indicandone l’ubicazione. Il criterio adottato è quello non ben circoscritto della contemporaneità, senza alcuna valutazione di qualità che si presenterebbe come metodologicamente scorretta, non improbabilmente condizionata dal gusto personale. Per ognuna verrà compilata una scheda che definisce nella maniera migliore l’opera.
Con il lavoro in corso sorge una considerazione: tra gli scopi di queste analisi c’è anche la compatibilità tra il passato e il presente, tra la produzione artistica antica, medievale e moderna e quella contemporanea; si sa che molti artisti a noi vicini nel tempo sono stati in Assisi e sono rimasti influenzati dal contatto con Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti e così via, come Mark Rothko, Sol Lewitt e altri; di alcuni di loro si hanno testimonianze importanti: Bill Congdon ad esempio, oltre allo spazio assegnatogli all’interno della Galleria d’arte contemporanea della Cittadella, ha opere sparse in molte case di tutta la città. Per congruenza culturale non sarebbe opportuno cercare di recuperare, tramite un’azione appropriata, opere di artisti contemporanei che hanno visitato la città e subito un’influenza nella loro produzione?
La mappa (geolocalizzazione) delle opere censite (a cura di Marcello Arcangeli)