Eike Schmidt io, cittadino fiorentino di nazionalità tedesca
Eike Schmidt io, cittadino fiorentino di nazionalità tedesca
E’ uno degli stranieri chiamati a gestire i nostri musei. “Le polemiche? Più giornalistiche che reali”, dice. E traccia un bilancio dopo tre anni di lavoro: “I visitatori aumentano anche in bassa stagione”
di Roberto Zichittella, da Famiglia Cristiana N° 37 del 16/09/18
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Articolo di approfondimento per la sezione Beni Culturali de
Il Cortile di Francesco 2018 : Differenze – programma generale e biglietti in www.cortiledifrancesco.it
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Eike Schmidt è felice dell’invito arrivato dai Francescani di Assisi per l’evento “Cortile di
Francesco”. «Andare ad Assisi», spiega, «significa sempre incontrare la bellezza. È una gioia
vedere e rivedere gli affreschi della basilica di Assisi, capolavori assoluti dell’arte cristiana
mondiale. Inoltre Francesco dà un insegnamento anche a chi dirige un museo. Ci invita a
essere umili e a mettere al centro le persone, ricordandoci che i musei non sono soltanto
luoghi per gli specialisti, ma vanno aperti alle famiglie e a persone di culture diverse».
Schmidt è nato 50 anni fa a Friburgo, in Brisgovia, in Germania, e dal 2015 è direttore delle
Gallerie degli Uffizi, il più visitato museo italiano (2.219.122 visitatori nel 2017, il 10,4 per
cento in più rispetto al 2016). Storico dell’arte, ha diretto musei prestigiosi come la National
Gallery of Art di Washington e il Getty Museum di Los Angeles. Parla perfettamente l’italiano e
si definisce «cittadino fiorentino di nazionalità tedesca», eppure, quando nel 2015 l’allora
ministro dei Beni culturali Dario Franceschini decise che i musei italiani potevano essere diretti
anche da stranieri, l’arrivo di Schmidt non fu accolto bene da tutti. «È vero», ricorda, «ma
devo dire che quelle polemiche furono più giornalistiche che reali. In realtà nessuno ha
contestato il mio diritto di dirigere gli Uffizi e ora la sentenza del Consiglio di Stato resa nota a
fine giugno, sia pure arrivata con certo ritardo, mette fine a ogni discussione: è del tutto
legale che nei musei italiani ci siano anche direttori stranieri». Schmidt resterà in carica fino
alla fine del 2019, poi lascerà Firenze per un nuovo prestigioso incarico: la direzione del
Kunsthistorisches Museum di Vienna. Che bilancio può fare dei suoi primi tre anni alla guida
degli Uffizi? «Molto positivo. I visitatori crescono, ma la cosa interessante è il loro aumento
anche nei periodi di bassa stagione. Gli Uffizi sono anche uno dei musei più seguiti su Twitter
e su Instagram, dove contiamo ben 167 mila follower. Sottolineo che non usiamo i social solo
come strumento di promozione, ma anche di conoscenza. Su Instagram, per esempio, ogni
giorno viene pubblicata l’immagine di un’opera d’arte con una descrizione in italiano e in
inglese. Pensi che in Brasile un gruppo di persone segue il nostro canale Instagram per
imparare l’italiano. Le attività del museo, inoltre, si sono arricchite con cicli di conferenze
gratuite e da metà giugno fino all’11 agosto abbiamo ospitato nel nostro cortile una rassegna
cinematografica curata dal Comune di Firenze. Anche le attività didattiche si sono ampliate.
Quando arrivai nel 2015 il dipartimento didattico poteva contare solo su tre persone, ora sono
trenta e l’offerta si è ampliata, con iniziative mirate alle famiglie e ai bambini. In occasione
della mostra sull’arte islamica, che stiamo ospitando fino al 23 settembre, abbiamo
organizzato laboratori di calligrafia araba e visite guidate in italiano, inglese e arabo». Lei
resterà a Firenze ancora poco più di un anno, che progetti ha? «Il museo sarà ancora più ricco
e più vasto, grazie all’apertura di nuove sale con installazioni che utilizzano le tecnologie più
avanzate. Prima dell’estate abbiamo aperto le nuove sale dedicate a Michelangelo, Raffaello e
Leonardo, entro l’autunno saranno pronte quelle che ospiteranno i capolavori del Cinquecento
veneziano, con opere di Giorgione, Tiziano, Tintoretto e Veronese. Poi allestiremo le nuove
sale del Cinquecento toscano e dell’Italia centrale, inoltre al primo piano sarà allestita la
collezione degli autoritratti. In totale aggiungeremo 35 nuove sale, recuperando spazi finora
utilizzati come depositi di materiali vari». È favorevole o contrario alle domeniche gratuite nei
musei? «Premetto che offrire delle giornate di visite gratuite è fondamentale, anche se non è
possibile offrire l’ingresso gratis ogni giorno: la tutela, la didattica, il personale, l’acquisizione
di nuove opere d’arte e la manutenzione degli edifici costano. Condivido lo spunto di
riflessione proposto dal ministro Bonisoli. Non aprire necessariamente la prima domenica del
mese, ma diversificare può dare più possibilità ai residenti. Se apro gratis tutti i musei la
prima domenica del mese ho un totale di 12 domeniche a disposizione, se invece tre musei di
Firenze aprono gratis in domeniche differenti, le possibilità di visita triplicano e i cittadini
hanno più scelta. Diversificare, inoltre, aiuta a prevenire gli abusi». Quali abusi? «Quelli di
agenzie senza scrupoli che, nelle domeniche di apertura gratuita, avevano venduto ai turisti
stranieri dei pacchetti di visita a Firenze che nel prezzo comprendevano anche il biglietto di
ingresso agli Uffizi». Che consigli darebbe a chi visita gli Uffizi per la prima volta? «Non
cercate di vedere tutto e solo quello che conoscete già. Io consiglierei di fermarsi il più
possibile nella grande sala dedicata a Giotto, Duccio di Buoninsegna e Cimabue. Davanti a
quei capolavori, si capisce tutta l’arte medievale. Poi, con questa bussola, si può andare nelle
sale adiacenti e comprendere il passaggio verso il Rinascimento. Suggerisco di sostare nella
nuova sala dedicata a Raffaello e Michelangelo per osservare come l’arte del primo dialoga
con quella di Fra Bartolomeo, un pittore meno celebre, ma certamente all’altezza degli altri
due grandi artisti. Questo ci insegna che la grande arte non fu mai creata nell’isolamento, ma
grazie a un dialogo continuo fra gli artisti». Lei ad Assisi parteciperà a un dibattito sul futuro
dei beni culturali in Italia… «L’ideale a cui puntare è la valorizzazione di tutto il patrimonio
artistico sparso sul territorio italiano, anche nei centri più piccoli, lontani dalle grandi città.
Una diffusione così capillare nel territorio di così tanti capolavori dell’arte non esiste in nessun
altro Paese al mondo. Tutelare e valorizzare al meglio questi tesori potrà rendere più floridi i
territori che li ospitano».
L’evento
Tanti punti di vista sulle differenze.Sarà “Differenze” il tema al centro dei dibattiti e
degli eventi previsti ad Assisi il 21 e il 22 settembre per l’edizione 2018 del “Cortile di
Francesco”. Sono previsti 20 incontri con 30 relatori, personaggi del mondo della cultura,
dell’arte, dell’economia, del giornalismo e della società civile. Ci saranno, tra gli altri, il
cardinale Gianfranco Ravasi e don Luigi Ciotti, lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben
Jelloun (autore di una nuova edizione ampliata del saggio Il razzismo spiegato a mia pglia
pubblicato da La Nave di Teseo), gli economisti Carlo Cottarelli e JeanPaul Fitoussi, il fotografo
Oliviero Toscani e l’artista Michelangelo Pistoletto. Il 22 settembre alle 11 parteciperà a un
dibattito sul giornalismo anche il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Rizzolo.