La Differenza – Con Francesco Pannofino

 

La Differenza

Letture e musica

Assisi Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi
22 settembre ore 21

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evento della sezione Cinema, Teatro, Musica de

Il Cortile di Francesco 2018 : Differenze – programma generale e biglietti in www.cortiledifrancesco.it

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Testi

Bibbia, Genesi 1 – Corano, Sure 91 e 92- Parmenide, Sulla Natura, fr. 1– Francesco, Cantico delle Creature

 

recita

Francesco Pannofino

 

leggono
ebraico Domenico Sorrentino – greco antico Pierpaolo Peroni – arabo Mohamed Akherraz 
prologo Enrico Sciamanna

 

Musica per Coro e Orchestra

Cappella Musicale Basilica Papale San Francesco diretta da p. Giuseppe Magrino

 

p. Giuseppe Magrino – Sora Acqua

 

Wolfgang Amadeus Mozart – Concerto per flauto, arpa e orchestra K 299

 Maria Chiara Fiorucci, arpa – Andrea Biagini, flauto

 

Antonio Vivaldi – Concerto per archi in re minore Rv 127

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Articolo di approfondimento per la sezione Cinema, Teatro, Musica de

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prologo

Senza nome, Indifferenza

 

Già nel Cortile 2017 si era avvertito un forte richiamo proveniente dalle Basiliche, così cariche di storia e così importanti nella cultura del mondo, tanto da essere riconosciute Patrimonio dell’Umanità: sul tema trattato (era Cammini) il luogo ci ha imposto che accanto ed al cospetto delle Grandi Immagini della Storia, fossero presenti anche le Grandi Parole e i Grandi Suoni Musicali. Il carico evocativo del tempo e del suo lascito, richiedeva che si interrogassero sul tema anche i Grandi Testi, i Grandi Spartiti, comuni origini dell’epoca da noi vissuta.
Nel 2018 questo richiamo è di nuovo richiesto da queste pareti, fino al punto che possiamo affermare di aver capito che ogni tema-guida del Cortile troverà il suo momento di sintesi finale in questa mescolanza di Parola, Suono, Immagine.
Differenze è dunque il tema 2018 e questa ricomposizione di storici elementi avverrà tenendo insieme la voce di Bibbia, Corano, Parmenide e Francesco nelle loro originali lingue ebraico, arabo, greco antico, volgare. E poi Mozart, Vivaldi, Magrino
Si leveranno le parole alte dell’antichità, che nella solennità della Basilica trovano il giusto grembo che le accoglie, sprigionando la loro forza di creazione, di rivelazione, profezia o pensiero.

Bibbia, da Genesi 1
Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
e chiamò la luce giorno e le tenebre notte

Corano, da Sura 91
Per il sole e il suo fulgore,
per la luna quando lo segue,
per il giorno quando rischiara,
per la notte quando la copre,
per il cielo e Ciò che lo ha edificato,
per la terra e Ciò che l’ha distesa,
per l’anima e Ciò che l’ha formata armoniosamente
ispirandole empietà e devozione

Francesco, da Cantico delle Creature
Laudatosi’, mi’ Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmentemessor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.

La parola vecchia e viva, la più vecchia tra i viventi, perchè parlata nel tempo di madre in madre, da figlio a figlio, è il solo mezzo che consente di portare ad esistenza cose ed uomini: nominare è il potente ed amorevole atto della creazione e il rinominare è il sommesso soffio di ringraziamento di Francesco che riconoscendo le creature vi ritrova Cristo e Dio.
E già Parmenide indicava nelle strade del Giorno e della Notte, e dunque nella differenza dei nomi, la differenza delle cose, la loro esistenza e riconoscimento.

Da un’articolo del Quotidiano Nazionale, domenica 2 settembre 2018
… in grembo suo figlio di appena un mese si incammina per l’Europa, non pensando che il suo viaggio si sarebbe prolungato così tanto. In Libia viene infatti rinchiusa dai trafficanti sotto terra con altri sciagurati e rimane lì per quasi un anno. Dà alla luce suo figlio al buio, senza igiene, a terra, mi ha ricordato Maria nella grotta del presepe, solo con le sue compagne di sventura ad aiutarla. Si accorge da subito che non aveva latte, il bambino piangeva, ma lei mangiava una sola volta al giorno pasta scondita, troppo poco per sopravvivere in due. Così quando le chiedo quale era il nome di suo figlio, così da affidarlo a san Francesco, lei mi risponde che non se l’era sentita di dargli un nome, perché sicura che lo avrebbe perso. E così è stato dopo due lunghi mesi di agonia, di pianti giorno e notte, tra le braccia di una madre impotente, il suo bambino senza un nome l’ha lasciata. Quando le abbiamo chiesto cosa vedeva nel futuro, ci ha risposto:“niente”.

Se dunque il nome illumina, pone vita, memoria e amore, la sua rinuncia è l’atto estremo contro tutto questo: il figlio non nominato, non posto nella luce, é espulso dal quel vecchio e vitale flusso di memoria e amorevole narrazione che ingloba madri e figli, vite e generazioni familiari.
Il piccolo eritreo non ha nome e pertanto non si distingue, non ha differenza e la madre questo esprime nell’ aspettativa di futuro: un’ indifferenza fatta di niente.
La stessa indifferenza del mondo che ignora il carico vero dei croceristi sul ponte della Diciotti
Come ti chiami?

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Bibbia

Genesi, 1

versione CEI da http://www.vatican.va

[1] In principio Dio creò il cielo e la terra.

[2] Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

[3] Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu.

[4] Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre

[5] e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

[6] Dio disse: “Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”.

[7] Dio fece il firmamento e separò le acque, che sono sotto il firmamento, dalle acque, che son sopra il firmamento. E così avvenne.

[8] Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

[9] Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne.

[10] Dio chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona.

[11] E Dio disse: “La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie”. E così avvenne:

[12] la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.

[13] E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

[14] Dio disse: “Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni

[15] e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra”. E così avvenne:

[16] Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle.

[17] Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra

[18] e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona.

[19] E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

[20] Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo”.

[21] Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.

[22] Dio li benedisse: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra”.

[23] E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

[24] Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie”. E così avvenne:

[25] Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.

[26] E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.

[27] Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.

[28] Dio li benedisse e disse loro:
“Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
e sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra”.

[29] Poi Dio disse: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.

[30] A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde”. E così avvenne.

[31] Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

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Parmenide

sulla Natura

Adattamento scenico tratto da: Parmenide – Testimonianze e frammenti, a cura d Mario Untersteiner, traduzione e commento a cura di Mario Untersteiner, Casa editrice La Nuova Italia, Firenze, ristampa 1967.
Frammento DK B1

1 – Le cavalle che mi portano, conforme allo slancio della mia volontà,
2 – mi inviarono, poiché mi fecero arrivare, con la loro guida, alla via dispensatrice di molte conoscenze
3 – e appartenente alla dèmone, che per tutte le città porta l’uomo che sa;
4 – da questa parte mi slanciavo; da questa parte mi portavano le cavalle suscitatrici di molti pensieri
5 – trascinando il cocchio, mentre fanciulle indicavano la via.

6 – L’asse nei mozzi vibrava lo stridore di un sibilo
7 – ed era tutto ardente – infatti rapido era mosso alle due estremità
8 – da due roteanti cerchi – ogni volta che si affrettavano a inviarmi
9 – le Eliadi fanciulle, lasciata la casa della Notte,
10 – alla luce, allontanando con le mani i velami dal capo.

11 – Là si trova la porta per le strade del Giorno e della Notte:
12 – un architrave e un limitare lapideo le incorniciano
13 – la porta, poi, che sta nell’etere è occupata da grandi battenti.
14 – di questi Dike, che di continuo punisce, possiede le chiavi che alternamente aprono.
15 – Costei con la seduzione di blande parole le fanciulle persuasero

16 – ad allontanare all’istante per esse rapidamente dalla porta la stanga del chiavistello
17 – ed ecco che la porta sollevatasi a volo
18 – determinò una vasta apertura dei battenti
19 – facendo girare in senso inverso negli arpioni le bronzze bandelle
20 – fissate con borchie e con viti: da questa parte subito attraverso la porta

21 – direttamente le fanciulle guidarono cocchio e cavalle per la strada maestra.
22 – La dea, quindi, mi accolse benevola, prese con la sua destra la mia destra,
23 – e così a me rivolse la parola e disse:
24 – “O giovane, compagno d’immortali aurighi,
25 – che arrivi alla mia dimora per mezzo delle cavalle che ti portano, salve

26 – poichè non certo una Moira avversa ti invitò a percorrere questa via
27 – (infatti si trova lungi dal sentiero battuto degli uomini)
28 – ma Themis e Dike. E’ pertanto necessario che tu apprenda tutto,
29 – tanto il cuore immobile della Verità rotonda,
30 – quanto le opinioni dei mortali, in cui non si trova verace certezza.

31 – Tuttavia anche questo apprenderai, come sia necessario
32 – che chi percorra incessantemente tutto ll dominio delle esperienze ammetta l’esistenza di ciò che appare.

 

Παρμενίδης

Περί Φύσεως

Da Parmenide, Testimonianze e frammenti, a cura d Mario Untersteiner, traduzione e commento a cura di Mario Untersteiner, Casa editrice La Nuova Italia, Firenze, ristampa1967 – Frammento DK B1

1 – ἵπποι ταί με φέρουσιν, ὅσον τ΄ ἐπἱ θυμὸς ἱκάνοι,
2 – πέμπον, ἐπεί μ΄ ἐς ὁδὸν βῆσαν πολύφημον ἄγουσαι
3 – δαίμονος, ἣ κατὰ πάντ’ ἅστη φέρει εἰδότα φῶτα·
4 – τῇ φερόμην· τῇ γάρ με πολύφραστοι φέρον ἵπποι
5 – ἅρμα τιταίνουσαι, κοῦραι δ΄ ὁδὸν ἡγεμόνευον.

6 – ἄξων δ΄ ἐν χνοίῃσιν ἵει σύριγγος ἀυτήν
7 – αἰθόμενος (δοιοῖς γὰρ ἐπείγετο δινωτοῖσιν
8 – κύκλοις ἀμφοτέρωθεν), ὅτε σπερχοίατο πέμπειν
9 – Hλιάδες κοῦραι, προλιποῦσαι δώματα Nυκτός
10 – εἰς φάος, ὠσάμεναι κράτων ἄπο χερσὶ καλύπτρας.

11 – ἔνθα πύλαι Νυκτός τε καὶ Ἤματός εἰσι κελεύθων,
12 – καί σφας ὑπέρθυρον ἀμφὶς ἔχει καὶ λάινος οὐδός·
13 – αὐταὶ δ΄ αἰθέριαι πλῆνται μεγάλοισι θυρέτροις·
14 – τῶν δὲ Δίκη πολύποινος ἔχει κληῖδας ἀμοιϐούς.
15 – τὴν δὴ παρφάμεναι κοῦραι μαλακοῖσι λόγοισιν

16 – πεῖσαν ἐπιφράδέως, ὥς σφιν βαλανωτὸν ὀχῆα
17 – ἀπτερέως1 ὤσειε2 πυλέων ἄπο3· ταὶ δὲ θυρέτρων4
18 – χάσμ΄ ἀχανὲς ποίησαν ἀναπτάμεναι5 πολυχάλκους6
19 – ἄξονας6 ἐν σύριγξιν ἀμοιϐαδὸν εἰλίξασαι
20 – γόμφοις καὶ περόνηισιν ἀρηρότε· τῆι ῥα δι΄ αὐτέων

21 – ἰθὺς ἔχον κοῦραι κατ΄ ἀμαξιτὸν ἅρμα καὶ ἵππους.
22 – καί με θεὰ πρόφρων ὑπεδέξατο, χεῖρα δὲ χειρί
23 – δεξιτερὴν7 ἕλεν8, ὧδε δ΄ ἔπος φάτο καί με προσηύδα
24 – ὦ κοῦρ΄ ἀθανάτοισι συνάορος ἡνιόχοισιν,
25 – ἵπποις ταί σε φέρουσιν ἱκάνων ἡμέτερον δῶ,

26 – χαῖρ΄, ἐπεὶ οὔτι σε Mοῖρα κακὴ προὔπεμπε νέεσθαι
27 – τήνδ΄ ὁδόν (ἦ γὰρ ἀπ΄ ἀνθρώπων ἐκτὸς πάτου ἐστίν),
28 – ἀλλὰ Θέμις τε Δίκη τε. χρεὼ δέ σε πάντα πυθέσθαι
29 – ἠμέν ‘Aληθείης εὐκυκλέος ἀτρεμὲς ἦτορ
30 – ἠδὲ βροτῶν δόξας, ταῖς οὐκ ἔνι πίστις ἀληθής.

31 – ἀλλ΄ ἔμπης καὶ ταῦτα μαθήσεαι, ὡς τὰ δοκοῦντα9
32 – χρῆν δοκίμως εἶναι διὰ παντὸς πάντα περωντα.

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Corano

Testi da http://www.corano.it adattati alla lettura senza le note riportate nel testo originale

Sura XCI

Ash-Shams – (Il Sole)
Pre-Eg. N°26 . Di 15 versetti.
Il nome della sura deriva dal versetto 1.
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1. Per il sole e il suo fulgore,
2. per la luna quando lo segue,
3. per il giorno quando rischiara [la terra],
4. per la notte quando la copre,
5. per il cielo e Ciò che lo ha edificato,
6. per la terra e Ciò che l’ha distesa,
7. per l’anima e Ciò che l’ha formata armoniosamente
8. ispirandole empietà e devozione
9. Ha successo invero chi la purifica,
10. è perduto chi la corrompe.
11. I Thamûd, per arroganza, tacciarono di menzogna,
12. quando si alzò il più miserabile di loro.
13. Il Messaggero di Allah aveva detto loro: “[Questa] è la cammella di Allah, [abbia] il suo turno per bere”.
14. Lo tacciarono di impostura e le tagliarono i garetti: li annientò il loro Signore per il loro peccato,
15. senza temere [di ciò] alcuna conseguenza.

Testo in arabo, PDF  Sura 91 Il Sole

Sura XCII 

Al-Layl – (La Notte)
Pre-Eg. N°9. Di 21 versetti
Il nome della sura deriva dal versetto 1.
In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.

1. Per la notte quando avvolge [con le sue tenebre],
2. per il giorno quando risplende,
3. per Colui Che ha creato il maschio e la femmina.
4. Invero i vostri sforzi divergono.
5. A chi sarà stato generoso e timorato
6. e avrà attestato la verità della cosa più bella,
7. faciliteremo il facile;
8. a chi invece sarà stato avaro e avrà creduto di bastare a se stesso
9. e tacciato di menzogna la cosa più bella,
10. faciliteremo il difficile.
11. Quando precipiterà [nell’abisso], a nulla gli serviranno i suoi beni!
12. In verità spetta a Noi la guida!
13. In verità a Noi appartengono l’altra vita e questa vita.
14. Vi ho dunque messo in guardia da un fuoco fiammeggiante,
15. nel quale brucerà solo il malvagio,
16. che avrà tacciato di menzogna e avrà girato le spalle;
17. mentre ne sarà preservato il timorato,
18. che dà dei suoi beni per purificarsi,
19. che a nessuno avrà fatto un bene per ottenere ricompensa,
20. ma solo per amore del suo Signore l’Altissimo.
21. Per certo sarà soddisfatto.

Testo in arabo, PDF  Sura 92 La Notte

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Francesco d’Assisi 

Cantico delle Creature

Altissimu, onnipotente, bon Signore,
Tue so’ le laude, la gloria
e l’honore et onne benedizione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfane,
e nullu homo ène dignu Te mentovare.

Laudato si’, mi’ Signore,
cum tutte le Tue creature,
spezialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno
et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante
cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significazione.

Laudato si’, mi’ Signore,
per sora Luna e le stelle:
in celu l’ai formate
clarite e preziose e belle.

Laudato si’, mi’ Signore,
per frate Vento
e per aere e nubilo
e sereno e onne tempo,
per lo quale a le Tue creature
dai sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore,
per sor’Acqua,
la quale è multo utile et humile
e preziosa e casta.

Laudato si’, mi’ Signore,
per frate Focu,
per lo quale ennallumini la notte:
et ello è bello e iocundo
e robustoso e forte.

Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta e governa,
e produce diversi frutti con coloriti fiori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore,
per quelli ke perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infirmitate e tribulazione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore,
per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po’ skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue santissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.

Laudate e benedicete mi’ Signore et rengraziate
e serviateli cum grande humilitate.

………………….

Il Cantico nelle tre lingue di cui è stato recitato l’incipit

Pdf – Cantico delle Creature – greco moderno

Pdf – Cantico delle Creature – arabo

Ebraico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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