Un Patrimonio ferito. La Valnerina. Rappresentazione teatrale dal libro di Vittoria Garibaldi
a Le Stanze delle Meraviglie
Società Culturale Arnaldo Fortini Assisi
sabato 28 dicembre 2019 – ore 17,30
VITTORIA GARIBALDI
Anticipazioni di testi da cui è tratta la messa in scena
di V. Garibaldi
Il Monumento: la grande Quercia
Lungo la strada che da Frascaro porta al paese, si erge la famosa Quercia di Nottoria, un monumento vegetale con un tronco di 5,42 metri di diametro, un’altezza di circa 22 metri e la chioma che copre una superficie di circa 30 metri di diametro. Un patriarca di circa 300 anni di vita nel pieno della sua attività vegetativa. E’ una delle molte querce che crescono nei boschi della zona da cui gli abitanti trovavano sostegno economico andando a vendere la legna, caricata sui muli, a Norcia. Alcuni anni fa la quercia non sit trovava in buone condizioni, così il proprietario, Enzo Pierantozzi, pensò bene di far stazionare le pecore sotto le sue fronde, portando presto la quercia a una nuova vitalità. Santo Stefano era festeggiato con l’erezione in cima “ru faone de sabìntu stefanu” , di un grande palo attorno al quale venivano poste fascine preparate con i rami privi delle foglie date in pasto alle capre, presto trasformato in un grande falò.
Tra divino e leggendario nell’antica chiesa di Nottoria
E’ almeno dal 1700 che partecipa, forte e possente, alla vita quotidiana degli abitanti di Nottoria. Con serenità ed allegria nei giorni di festa, con cupo dolore davanti alle tragedie, ma sempre pronta lì, ai piedi del villaggio, ad accogliere tutti sotto i suoi rami. La grande Quercia, a qualche decina di metri dall’abitato, si trova lungo la via “della Portella” che partiva dalla piccola omonima porta di servizio delle mura di Norcia, per giungere, attraverso monte Utero, alla Salaria non lontano dai vecchi confini tra Stato della Chiesa e Regno di Napoli. La monumentale e maestosa mole di questo gigante buono, i cui rami si dilatano nello spazio fino a toccare il cielo, incute inizialmente un certo timore reverenziale, poi, avvicinandosi, il grande ombrello della sua chioma crea uno spazio accogliente, rassicurante come quello di una Madonna della Misericordia quando apre il suo manto per proteggere i fedeli. Si è avvolti da un’energia vitale fuori dal tempo, ma appena cala la sera, con l’arrivo del buio diventa inquietante. Silenzi improvvisi, rumori sconosciuti e inconsueti rimandano ad antiche leggende di streghe. Si narra che ogni venerdì qui, sotto la pianta sacra dedicata a Giove, s’incontravano fra loro, nascoste sotto forma di mostri, di civette o di gatti. Il fruscio delle foglie erano le loro voci, il cigolio dei rami era il miagolio dei gatti in amore, tutto serviva a nascondere il loro malevolo baccano. Ma una notte dei primi giorni dello scorso novembre alcune persone non hanno avuto timore delle streghe demoniache della Quercia di Nottoria e hanno trafugato una delle opere d’arte più preziose della chiesa di Santo Stefano, nella parte alta del Paese. Il 5 novembre 2016, a otto giorni dal crollo della Basilica di San Benedetto a Norcia, Daniele si è accorto che il bellissimo dipinto del Perdono di Assisi del pittore francese Jeanne Lohmme, non era più al suo posto. Perdita gravissima perché si tratta dell’unica opera nota del pittore, scoperta casualmente nel 1974 da Giorgio Falcidia…..
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Alcune immagini