Il Cortile dei Gentili – "Dio, questo Sconosciuto" – IL TEMA
Dio, questo Sconosciuto
Il cortile di Francesco
In occasione dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI a partire dal 12 ottobre 2012, il Cortile dei Gentili vuole raccogliere e dare forma al grido spesso silenzioso e spezzato dell’uomo contemporaneo verso un Dio che per un numero crescente di persone rimane un “Dio sconosciuto”. Rilanciando così , in un tempo caratterizzato dalla crisi dell’invocazione, quella domanda radicale su Dio che interroga, allo stesso tempo, il credente e il “non credente”, chiamati –il credente- a purificare la propria fede da qualsiasi “possesso”idolatrico di Dio, e al rispetto profondo della fatica del “non-credente” nel rapportarsi a un Mistero cui non sa dare un nome e un volto; e chiedendo al “non-credente” di abbandonare qualsiasi atteggiamento di sufficienza e di arroganza nei confronti del Divino, e al rispetto della fatica del credente che vive la propria fede non idolatrica in un Dio che pur sempre rimane un Mistero.
Il Cortile dei Gentili intende cioè proporsi come “luogo” e laboratorio di un dialogo di pari dignità tra atei e credenti che purifichi gli atteggiamenti profondi di entrambi nei confronti di Dio e della fede, ed avvii un nuovo percorso, oltre gli antichi steccati e i secolari pregiudizi, liberando un cammino capace di rispondere alle domande radicali di senso e alla forte nostalgia di un Dio amico dell’uomo e della Terra, che agitano in profondità l’esperienza dell’umanità del nostro tempo. Perché il Cortile dei Gentili crede fermamente che, a dispetto di tutte le apparenze, se solo si gratta un dito di polvere, appare quella spiritualità, sia religiosa sia laica, data per dispersa.
Ci sostiene in questa impresa la nobile figura di Francesco, il Poverello di Assisi, amato dai credenti di ogni confessione e dai “non credenti”, che ci indica sempre di nuovo le vie di questo dialogo attorno alla fede: il grido dei poveri e della Creazione, il grido della pace e della non-violenza, la sfida del dialogo interreligioso e interculturale, una nuova centralità della contemplazione attiva, il grido della
bellezza contro la bruttezza e la bruttura.
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